Seminario di studio per un aggiornamento sulla nuova normativa regionale
Rimini, 8 marzo 2018 – Oggi Anthea ha riunito a Rimini, allo spazio Ecoarea, oltre 100 esperti (tecnici comunali, aziende private e Ausl) provenienti da tutta la Regione per un seminario strategico utile a discutere e confrontarsi sulle attività di controllo e dissuasione della presenza dei piccioni, sia nei centri cittadini che nelle campagne.
Di recente Anthea ha invitato pubblicamente i cittadini ad astenersi dal distribuire cibo ai piccioni, spesso non idoneo per la loro dieta e favorevole alla diffusione di ratti e topi con conseguenti problemi di carattere igienico sanitario e di degrado urbano.
Anthea sta attivando una convenzione operativa con l’associazione di volontariato Accademia Kronos dotata di Guardie Zoofile, Ittico-Venatorie ed Ecologiche con il compito di dissuadere da questi comportamenti, fino alla possibilità di applicare sanzioni. Nel frattempo, Anthea ha già posizionato cartelli informativi.
La mattinata ha evidenziato la misura dei danni provocati e un dato li riassume: un piccione del peso di 350 gr produce ogni anno 12 kg di escrementi.
Nella giornata Pier Claudio Arrigoni, Responsabile attività faunistico-venatorie della Regione Emilia Romagna, ha illustrato la recente normativa regionale che definisce gli ambiti di intervento e il perimetro nel quale agiscono. Si tratta di interventi con metodi esclusivamente ecologici, diversificati fra ambiti urbani e rurali, che ora sotto la regia della regione Emilia Romagna consentirà un monitoraggio coerente della situazione e dell’efficacia degli interventi.
La provincia di Rimini, che fino alla fine del 2017 ha applicato il «Piano Provinciale di controllo del piccione di città 2013 – 2017», oggi vede l’impiego del nuovo “Piano quinquennale di controllo del colombo o piccione di città” in applicazione della Direttiva 2009/147/CE.
Il piano ha durata di 5 anni e prevede due ambiti di intervento distinti: ambito urbano ed ambito rurale.
Nel primo le finalità sono la tutela dell’igiene e del decoro urbano, l’eliminazione di possibili veicoli di diffusione di patologie interspecifiche che possono interessare l’uomo, la tutela del patrimonio storico-artistico e la competenza è delle amministrazioni comunali;
nel secondo la finalità è la riduzione dell’impatto sulle colture agricole passibili di asporto, sulle strutture di allevamento di bestiame, di avicoli e cunicoli, sulle strutture di stoccaggio e ricovero di granaglie per uso alimentare e zootecnico, e la competenza è delle Province e della Città Metropolitana di Bologna.
Le procedure d’intervento prevedono che i metodi ecologici costituiscano strumento di norma impiegato per fronteggiare situazioni di danneggiamento. Prima dell’attuazione dei piani di abbattimento deve pertanto essere verificata la corretta e completa applicazione dei metodi ecologici. Qualora questi, correttamente applicati, non si dimostrino efficienti, si potrà fare ricorso a piani di abbattimento con tecniche che assicurino la massima selettività ed efficacia d’azione.